IL CAMMINO COME MESSAGGIO

A Vita all’Aria Aperta le testimonianze di chi cammina trasmettendo speranza: Marco “Osky” Togni contro la sclerosi multipla,  Andrea Devicenzi e i suoi 1.000 km su una gamba sola,  Andrea Spinelli in cammino ringraziando  la vita.

Carrara, 1° febbraio 2020

L’Agorà “Speciale Cammini” organizzata nell’ambito di Trek&Ways, la nuova sezione del Salone “Vita all’Aria Aperta”   dedicata al variegato mondo dei Cammini, ha presentato molti ospiti davvero speciali, soprattutto per l’importante messaggio di cui gli stessi si sono fatti interpreti incontrando il pubblico in visita alla manifestazione.

Parliamo per esempio di Marco “Osky” Togni che, in collaborazione con la sezione provinciale di Massa-Carrara dell’AISM, ha raccontato oggi la sua esperienza di “camminatore”: “Parlo della mia storia, del mio 2019, quando ho intrapreso un viaggio di 6.003 km - sorride spiegando che ci tiene ai 3 km, perché tutti sono stati importanti – andando in giro per l’Italia per portare un messaggio di sensibilizzazione sulla sclerosi multipla, un viaggio meraviglioso che ha toccato tutte le regioni italiane nel corso del quale  ho incontrato 250 amministrazioni comunali e 63 sezioni sulle  98 che la mia associazione, la Associazione Nazionale Sclerosi Multipla, ha sul territorio nazionale. E’ stato un bel viaggio di sensibilizzazione che ha avuto un buon riscontro e che ha cercato di portare all’attenzione, in particolare nei paesi più piccoli, il “che cos’è” la sclerosi multipla.”

Altro testimonial d’eccezione della giornata è stato l’atleta paralimpico Andrea Devicenzi, moderato da Alberto Pugnetti di Radio Francigena,  che ha entusiasmato  il pubblico parlando della sua storia e dei 1.000 km percorsi sulla Francigena.  Andrea sorride come se fare 1.000 km su una gamba sola fosse un gioco da ragazzi, e spiega “Inizialmente non avrei mai pensato di poter fare i cammini, eppure ho scoperto che con un po’ di programmazione e preparazione si può fare, tanto che l’anno scorso ho percorso i 1.000 km della Via Francigena. In tutto questo la tecnologia è certamente importante, perché oltre alla preparazione fisica e mentale sono necessari ausili e tecnologia speciale. Sono felice che oggi la mia attività fisica, oltre ad essere motivo di soddisfazione personale, diventi una sorta di strumento di ricerca utile a migliorare la tecnologia degli ausili di chi per vivere usa le stampelle” 

Molto partecipato anche l’incontro di Andrea Spinelli, moderato da Emanuela Pericu che ha parlato, davanti ad un pubblico attentissimo, di come camminare lo tenga in vita da sei anni e mezzo, nonostante la sua gravissima patologia. Affetto dal 2013 da un tumore al pancreas inoperabile, autore del libro “Se cammino vivo” edito da Ediciclo, Andrea è un mistero per i medici, un mistero che lui auspica possa diventare un caso di studio: “Parlare della malattia non deve essere un tabù, io cammino entrando in sintonia con la natura, col mondo, con me stesso, cammino con serenità e la consapevolezza accompagna i miei passi, nonostante sia malato di cancro. Camminare mi tiene in vita, anche se il cammino non prescinde dalle sedute di chemioterapia, ma  tante persone che ho conosciuto  in questi anni non ci sono più… sarebbe interessante capire, oggi che sono al rettilineo finale, quanto il mio sistema immunitario,  definito dai medici particolarmente resistente,  sia stato forte di per sé e quanto invece abbia influito sul mio sistema immunitario la mia esperienza di “camminatore”, perché se così fosse si potrebbero aprire prospettive molto interessanti rispetto a come poter contrastare la malattia. Vorrei che questo fosse il mio lascito, il senso di questa esperienza, insieme alla testimonianza dei miei scritti.”